1: L'ALIMENTAZIONE INDUSTRIALE
Il concetto di base è somministrare con ogni singolo boccone un cibo bilanciato in tutti i suoi componenti, per ogni differente fase della vita degli animali, sia sani che malati.
In un mondo che "corre", il vantaggio è sicuramente la comodità per i proprietari, che possono disporre di un cibo pronto all'uso e di facile conservazione.
Ma comodo NON significa necessariamente SANO.
Il cibo commerciale, anche della migliore qualità possibile, è pur sempre un cibo preconfezionato, che contiene conservanti, additivi e vitamine di sintesi, e che non può competere per varietà e qualità nutritive con gli alimenti freschi. Nessuno di noi si sognerebbe di mangiare ogni giorno cibo in scatola o liofilizzato. Nessun nutrizionista umano prescriverebbe mai un monoalimento, per quanto integrato e completo. Perché allora questo dovrebbe valere per i nostri animali?
Inoltre non è da sottovalutare il fatto che il gatto per sua natura beve poco; quando mangia esclusivamente cibo secco è costretto a bere di più, ma la quantità di acqua assunta è comunque insufficiente, per cui le sue urine sono molto più concentrate di quelle di un gatto che mangia cibi freschi, e ciò lo predispone a sviluppare calcoli e infiammazioni delle vie urinarie.
Ma non solo! Ricordiamoci sempre che i gatti sono carnivori: un eccesso di cereali, di cui sono spesso ricchi i cibi industriali, li condanna ad un'obesità senza rimedio e ad una fame perenne, perché disperatamente alla ricerca di aminoacidi, vitamine e oligoelementi che non riescono a trovare nella razione quotidiana.
Con questo non voglio demonizzare il cibo industriale. A volte è davvero necessario: io stessa, che vado sempre di corsa e non ho il tempo per cucinare nemmeno per me, lo somministro spesso ai miei animali.
L'importante, a mio avviso, è sapere che esistono valide alternative senza però colpevolizzarsi troppo se il nostro stile di vita ci impone questa scelta.
Il consiglio? scegliete sempre le marche migliori: spenderete un po' di più, ma risparmierete dal veterinario!
2: L'ALIMENTAZIONE CASALINGA
Cucinare per il proprio gatto significa scegliere con cura gli alimenti, dedicargli tempo e amore, ma anche studiare un po'.
La maggior parte della razione deve essere costituita da proteine animali. Se non ci sono specifiche intolleranze o patologie, si possono somministrare carne, frattaglie, pesce, uova, yoghurt, latticini. Cereali? sì, in piccola quantità, se al gatto piacciono e non è sovrappeso. Meglio quelli senza glutine, il riso, per esempio.
E le verdure? anche! perchè no? Molti gatti le mangiano volentieri e il loro intestino vi ringrazierà.
Come si cucina? nel modo più semplice possibile: al vapore o scottato in padella con acqua e un filo d'olio.
Cosa sapere? la dieta casalinga, se costituita da cibo cotto, prevede necessariamente l'uso di integratori. Sicuramente la taurina, un aminoacido essenziale per il gatto (essenziale significa che, a differenza dell'uomo e del cane, il suo organismo non è in grado di sintetizzarlo). In natura si trova in abbondanza nella carne e soprattutto nel cuore, però viene denaturato dalla cottura. Occorre inoltre integrare con il calcio, gli omega3, oligoelementi e vitamine. Non è difficile. Ci sono ottimi preparati in commercio che contengono tutto questo.
Il consiglio? Fatevi seguire, almeno all'inizio, da un veterinario nutrizionista, soprattutto se il cibo casalingo diventa l'unico alimento e si elimina del tutto il commerciale. Ci sono diverse piccole (ma importanti!) cose da sapere, che non è possibile riassumere in poche righe.
In linea di massima ci sono due regole fondamentali:
- quanto più la dieta è varia, tanto meno si correrà il rischio di incorrere in carenze o squilibri nutrizionali
- quello che per noi è considerato scarto, per un gatto può essere una prelibatezza. Per esempio, le teste del pesce... non buttatele. State tranquilli, se sono di piccole dimensioni sapranno masticarle bene senza strozzarsi.
3: La BARF
Negli ultimi anni si è molto diffusa la dieta BARF, cioè Bones And Raw Food, “ossa e cibo crudo”, o anche Biologically Appropriate Raw Food, “cibo crudo biologicamente appropriato”.
Con questo tipo di dieta si cerca di imitare il più possibile l'alimentazione di un carnivoro allo stato selvatico così come l'evoluzione l'ha messa a punto. E' quindi costituita prevalentemente da carne, ossa (tritate per i gatti) e interiora crude, ma anche da pesce, uova, latticini, piccole quantità di verdure, seguendo quantità e proporzioni abbastanza standardizzate. Non è previsto l'uso di carboidrati.
Questa dieta è stata adottata con successo in molti allevamenti sia di cani che di gatti, e viene regolarmente prescritta da alcuni veterinari, ma è apertamente osteggiata da altri.
Personalmente la trovo un'ottima scelta per i gatti poichè essi sono carnivori obbligati, cioè hanno necessariamente bisogno di ingerire proteine di origine animale crude, scelta che può essere ovviata solo con l'uso di integratori.
Ovviamente ci sono accorgimenti da osservare per abbattere il rischio parassitologico: la carne deve essere congelata per almeno 24 ore, il pesce per una settimana.
Non è una dieta adatta a tutti: per molte persone maneggiare carne e frattaglie crude non è facile. I gatti però la gradiscono molto: quasi tutti i gatti preferiscono la carne cruda a quella cotta.
Il consiglio? iniziate con qualche pezzettino di carne cruda. Il vostro felino in genere così schizzinoso... potrebbe stupirvi!
Per la BARF, ancor più che per la casalinga, occorre rivolgersi ad un professionista che vi segua almeno nei primi passi, oppure leggere qualche buon libro sull'argomento. Anche in Internet si trovano ottimi siti, ma non è facile destreggiarsi tra mille contrapposte informazioni.
Concludo con un'osservazione personale: i gatti non sono tutti uguali e le diete non sono religioni.
Nulla impedisce di mixare un po' le cose: alcuni gatti mangiano la carne cruda, preferiscono il pesce cotto e adorano spiluccare i croccantini. Per altri sarà tutto l'opposto. Fatevi guidare anche da loro!