Cosa metto nella ciotola del mio gatto?
Negli ultimi anni si è acceso un vigoroso dibattito in merito all'alimentazione dei nostri amici a quattro zampe, che non trova soluzione nemmeno tra gli esperti del settore.
Fondamentalmente ci sono 3 correnti di pensiero: i sostenitori del cibo pronto commerciale, quelli dell'alimentazione casalinga e i "barfisti".
Cerchiamo di capire brevemente quali sono i pro e i contro di questi diversi tipi di alimentazione, che corrispondono ad altrettante filosofie di pensiero e stili di vita dei proprietari.
L’alimentazione industriale
Il concetto di base è somministrare con ogni singolo boccone un cibo bilanciato in tutti i suoi componenti, per ogni differente fase della vita degli animali, sia sani che malati.
In un mondo che "corre", il vantaggio è sicuramente la comodità per i proprietari, che possono disporre di un cibo pronto all'uso e di facile conservazione.
Ma comodo NON significa necessariamente SANO.
Il cibo commerciale, anche della migliore qualità possibile, è pur sempre un cibo preconfezionato, che contiene conservanti, additivi e vitamine di sintesi, e che non può competere per varietà e qualità nutritive con gli alimenti freschi. Nessuno di noi si sognerebbe di mangiare ogni giorno cibo in scatola o liofilizzato. Nessun nutrizionista umano prescriverebbe mai un monoalimento, per quanto integrato e completo. Perché allora questo dovrebbe valere per i nostri animali?
Inoltre non è da sottovalutare il fatto che il gatto per sua natura beve poco; quando mangia esclusivamente cibo secco è costretto a bere di più, ma la quantità di acqua assunta è comunque insufficiente, per cui le sue urine sono molto più concentrate di quelle di un gatto che mangia cibi freschi, e ciò lo predispone a sviluppare calcoli e infiammazioni delle vie urinarie.
Ma non solo! Ricordiamoci sempre che i gatti sono carnivori: un eccesso di cereali, di cui sono spesso ricchi i cibi industriali, li condanna ad un'obesità senza rimedio e ad una fame perenne, perché disperatamente alla ricerca di aminoacidi, vitamine e oligoelementi che non riescono a trovare nella razione quotidiana.
Con questo non voglio demonizzare il cibo industriale. A volte è davvero necessario: io stessa, che vado sempre di corsa e non ho il tempo per cucinare nemmeno per me, lo somministro spesso ai miei animali.
L'importante, a mio avviso, è sapere che esistono valide alternative senza però colpevolizzarsi troppo se il nostro stile di vita ci impone questa scelta.
Il consiglio? scegliete sempre le marche migliori: spenderete un po' di più, ma risparmierete dal veterinario!