Pablo e Luigia - Ambulatorio Veterinario MariVet

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Pablo e Luigia, una storia d'amore


Luigia all’inizio è nervosa. Pablo, un cane rosso di media taglia, col naso tutto  scorticato e pieno di croste, si è sdraiato a debita distanza e ci guarda sospettoso con la coda dell’occhio, ostentando indifferenza. Ha unghie lunghissime che inventano strane traiettorie. La più audace sfida qualunque legge di gravità, e dopo un paio di evoluzioni, si dirige decisa verso l’alto.
“Non riusciamo a tagliarle. E’ un cane molto pauroso - ci spiega Luigia - ma ha i suoi motivi, ne ha passate così tante. E ho dovuto cambiare veterinario perché dall’altro era sempre così spaventato, non si lasciava più toccare. L’ultima volta quando gli ha messo la museruola, è svenuto!”

Ci fa sorridere l'immagine di un cane che sviene dal veterinario, ma all'idea di doverlo visitare, fare un prelievo e tagliargli le unghie, io e Marina iniziamo a guardarci e ad essere nervose anche noi. Allora restiamo sedute e lasciamo che Luigia ci racconti la sua storia, captando gli elementi più preziosi per la nostra anamnesi e sperando che nel frattempo Pablo si rilassi e prenda un po’ di confidenza.
“Ha circa 13 anni, non so esattamente, io l'ho adottato 9 anni fa. Era stato investito da un auto. Non si erano accorti che era rimasto incastrato e lo hanno anche trascinato sull’asfalto. Aveva ferite gravissime, tutto il lato sinistro massacrato, non si sa come sia sopravvissuto.Sicuramente era stato abbandonato, perché aveva un collare lacero e sporco. Inoltre è pieno di pallini da caccia, li abbiamo visti per caso, con una radiografia, qualcuno gli ha anche sparato. Chissà se non proprio il suo vecchio padrone. Non sappiamo.”
E ci credo che ha paura!! Che altro doveva succedergli?
“Quando l’ho portato a casa è passato più di un mese prima che io potessi accarezzarlo. Mi guardava senza mai perdermi di vista, mi stava studiando, io ho solo rispettato i suoi tempi. Ma quando ha capito che poteva fidarsi, è stato un grande amore, e non mi ha lasciata più. Siamo entrati in simbiosi. Se io mi ammalo, si mette a letto pure a lui!”

Nel frattempo, parlando parlando, mi siedo per terra, vicino al cane, e inizio ad accarezzarlo per saggiare un po’ la situazione. Tutto sommato molto più tranquilla di quanto temessimo. Pablo è diffidente, ma non mostra grandi segni di paura o insofferenza. Allora Luigia si accovaccia davanti a lui e lo distrae guardandolo negli occhi e accarezzandogli il muso. Io, facendo finta di accarezzarlo, riesco a "fargli il laccio” con le mani ad una zampa posteriore, mentre Marina, all’infame, riesce a tosarlo, trovargli la vena e fare il prelievo, senza che Pablo quasi si accorga di niente. Solo all’ultimo si ribella, ma ormai è troppo tardi. Abbiamo già finito. Una squadra perfetta!!!
Il peggio è passato. La cosa più importante, il prelievo, siamo riuscite a farla. Siamo tutte più rilassate, ma resta il problema di come tagliargli le unghie. La soluzione viene da sola: cibo per gatti!! Abbiamo l’abitudine di premiare i nostri pazienti con un bocconcino dopo le visite o altre manualità, e il cibo per gatti, normalmente sconsigliato, è talmente appettitoso per un cane che ci permette spesso di superare le più strenue resistenze. Ma l’effetto su Pablo va aldilà delle nostre più rosee aspettative. Occhi, orecchie e vibrisse puntati sul cucchiaino, Pablo va in trance davanti a quella scatoletta, dimenticando la più elementare norma di sicurezza per qualsiasi cane: mai fidarsi di un veterinario!!!
Così, 20 bocconcini, 20 unghie tagliate!

Luigia ora è completamente rilassata, e anche noi. Non ci speravamo che fosse così facile, eravamo preparate ad un rodeo, e invece Pablo ci ha fatto fare proprio una bella figura. Siamo contente. E poi quel cagnetto rosso, uguale ad altri mille, ma che sviene dai veterinari e si mette a letto malato, ci sta proprio simpatico.
E anche Luigia che lo guarda e sorride, ci piace tanto.“E' bello, vero? Non so se voi riuscite a notarlo, adesso è anche un po' invecchiato, ma i suoi occhi, il suo muso, sono diversi, non sono come quelli degli altri cani. Quando era giovane si notava ancora di più”. E noi, guidate dal suo sguardo, iniziamo a vederlo sotto un'altra luce e non ci sembra più un cane uguale ad altri mille, il suo rosso diventa più rosso, i suoi occhi più brillanti, il suo naso più all'insù. “Sì, è proprio bello!” confermiamo.
“Sapete, io e Pablo... può sembrare strano, ma è come se fossimo predestinati. Non vi ho detto che io sono una pittrice. Nove anni fa ho vinto un concorso importante. La notizia era riportata in un settimanale locale. Nella stessa pagina c'era solo un'altro articolo,e parlava di un cane investito e trascinato da un auto in corsa. Stavano facendo una colletta per sostenere le spese, ma soprattutto si cercava un'adozione o uno stallo perchè in canile, per le sue gravi condizioni non sarebbe sopravvissuto. Non so perchè, ma mi ha colpito che parlassero di me e di lui, e di nessun altro, nella stessa pagina, ci ho visto un segno, ho sentito che quel cane mi stava cercando. Non volevo una cane, non era nemmeno semplice prenderlo, ma sentivo che dovevo e volevo farlo. Mi sono precipitata dal veterinario, in realtà non sapevo nemmeno se fosse ancora vivo. Lo era, tutto fasciato, immobile su un lettino, e mi guardava.”
Che bella storia!!
“Sì, ma non è finita. Lui mi ha portato fortuna. Poco tempo dopo averlo adottato mi hanno commissionato un quadro a cui tenevo, L'Ultima Cena, per una Chiesa intitolata a San Domenico. Nell'iconografia di questo santo è spesso rappresentato un cane, forse per via di un gioco di parole in latino: Dominicani Domine Canis, cioè i Domenicani sono i cani del Signore. E allora io ho dipinto Pablo, l'ho inserito nel quadro. Se andate nella chiesa di San Domenicoa Putignano c'è il suo ritratto!!”
Noi siamo già commosse, ma Luigia rincara la dose e ci mostra sull'i-Pad una serie di tavole disegnate a mano che ritraggono la sua vita quotidiana con Pablo. E'il colpo di grazia!



Pablo ormai è un nostro grande amico. Quando è tornato in ambulatorio ci ha scodinzolato, solo due colpetti, rapidi e secchi, ma l'abbiamo visto tutte! Poi si è diretto deciso al frigorifero a reclamare la sua scatoletta. Il suo naso all'insù è ancora pieno di croste, ma abbiamo escluso le malattie più gravi con le analisi. Sospettiamo che sia lui stesso ad autolesionarsi per le sue pene d'amore, quando Luigia lo “abbandona”per qualche ora, e glielo spieghiamo.
Ma quei due dovevano saperlo già, perchè si guardano e si sorridono complici.


Un racconto di Marilisa Picca
Tavole di @Luigia Bressan, dall'album "con il mio amico Pablo"


 
 
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